Strategie e politiche per l’internazionalizzazione

Dott.ssa Antonella Cammisa

Dirigente della Ripartizione IX Relazioni Internazionali Università degli Studi di Roma “La Sapienza”

Nella definizione delle proprie politiche e strategie per l’internazionalizzazione ogni Istituzione universitaria europea deve tener conto di almeno 3 fattori:

· gli impegni e le strategie adottate a livello europeo, comunitario e inter-governativo,
· le politiche e gli obiettivi del proprio Governo,
· gli obiettivi e le priorità della propria istituzione.

Questi tre livelli sono ormai sempre più correlati, anche se le priorità potrebbero non coincidere, soprattutto per quanto riguarda le singole istituzioni, che per tradizione, vocazione o interesse potrebbero perseguire priorità diverse.

Le politiche avviate a livello comunitario hanno senza dubbio ricevuto un grosso impulso negli ultimi 5 anni, quando il Consiglio dell’Unione Europea si è posto a Lisbona l’obiettivo di divenire, entro il 2010, l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e avanzata a livello mondiale.

L’obiettivo della costruzione di una comune area europea dell’istruzione superiore e della ricerca ha ricevuto così un rinnovato impulso, anche grazie al cosiddetto Processo di Bologna, volto all’armonizzazione delle architetture dei sistemi di istruzione superiore in Europa. Obiettivi del Processo quello di rendere l’area europea dell’istruzione superiore riconoscibile e attrattiva nei confronti del resto del mondo, favorendo la mobilità e il riconoscimento dei periodi e dei titoli di studio.

Sul versante della ricerca, invece, l’idea dell’area europea della ricerca ha soprattutto avuto impulso comunitario, tramite gli strumenti forniti dal 6° programma quadro di ricerca e sviluppo, la mobilità dei ricercatori (sistema Marie Curie), il portale europeo per la mobilità dei ricercatori che ha l’obiettivo di facilitare le condizioni e le informazioni sulla ricerca ed il lavoro in Europa.

Contemporaneamente sono state avviate iniziative a favore della mobilità dei ricercatori dai Paesi Terzi in Europa tramite finanziamenti europei per la partecipazione a progetti di ricerca europei, borse di studio per giovani ricercatori provenienti dai Paesi terzi, programmi quali Alban per i laureati dall’America Latina per la frequenza di corsi post laurea in Europa ed Erasmus Mundus per la frequenza di corsi di secondo livello.

A livello governativo, l’Italia è stata uno dei promotori del processo che ha portato alla sottoscrizione della Dichiarazione Bologna, con gli Accordi della Sorbona, già nel 1998, assieme ad altri tre Paesi Europei, e con l’adozione di una serie di atti finalizzati all’apertura internazionale del sistema universitario.

Basti pensare alla ratifica della Convenzione di Lisbona, convenzione congiunta Unesco/Consiglio d’Europa per il riconoscimento dei titoli di studio, alla possibilità di rilasciare dottorati congiunti ed internazionali, sancita in un provvedimento del 1998, all’avvio dei primi piani per l’internazionalizzazione del sistema universitario nel 1998, alla riforma degli ordinamenti didattici, in linea con gli obiettivi della Dichiarazione di Bologna, nel 1999.

In pochi anni il Ministero dell’Università e della Ricerca ha di fatto adottato una serie di misure a favore dell’effettiva realizzazione della possibilità di mobilità, di percorsi congiunti di studio che potessero prevedere il rilascio di titoli doppi e titoli congiunti di primo e secondo livello, all’adozione di strumenti per la trasparenza dei titoli quali il Diploma Supplement, all’adozione di un sistema di crediti (sistema ECTS) non solo per il trasferimento ma anche per l’accumulazione dei crediti…

Proprio in questi giorni il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca sta lanciando il terzo piano per l’internazionalizzazione del sistema universitario, con una dotazione finanziaria di 15 milioni di Euro, di cui il 10% destinato a collaborazioni con istituzioni latino americane, che si pone i seguenti obiettivi:

· favorire la definizione di corsi comuni di studio di primo, secondo e terzo livello, con istituzioni estere, finalizzati al rilascio di un titolo congiunto o comune;
· favorire l’esportazione di modelli formativi nazionali;
· favorire la mobilità di giovani ricercatori.

L’Università La Sapienza ha partecipato e partecipa con convinzione a questa e a varie iniziative comunitarie quali il noto programma per la mobilità degli studenti Erasmus, il programma per la formazione dei giovani in imprese europee Leonardo, il programma Tempus, UE/USA, Asia Link, Alfa, ecc.

Negli ultimi anni ci si è posti l’obiettivo di incrementare la partecipazione delle proprie strutture a programmi di cooperazione comunitaria con i Paesi Terzi ad al Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo.
Il compito di diffondere le informazioni sui programmi internazionali e fornire assistenza alla partecipazione non è banale: la quantità di interessi, specializzazioni e varietà degli interlocutori necessiterebbe di approcci differenziati e di competenze variegate.

La nostra è una Istituzione dai grandi numeri: 147.000 studenti distribuiti su 21 Facoltà ed innumerevoli corsi di primo, secondo e terzo livello, 4.500 fra docenti e ricercatori, circa 150 fra dipartimenti e centri di ricerca autonomi.

Difficile anche tentare una definizione univoca degli obiettivi e strategie internazionali, data la varietà ed ampiezza degli interessi in gioco.

Nel nostro sistema, caratterizzato da un’ampia autonomia, i vari dipartimenti e facoltà hanno il potere di sottoscrivere accordi e contratti con l’esterno, anche su attività di ricerca e didattica internazionale.

Rimane di competenza del Rettore la stipula di Accordi Quadro di Collaborazione interuniversitaria bilaterale e la sottoscrizione di taluni progetti comunitari. Spetta al Consiglio di Amministrazione deliberare sulle spese riguardanti i grandi progetti internazionali, ma al Senato pronunciarsi sulle proposte riguardanti il finanziamento degli accordi bilaterali o dei professori visitatori. La Commissione per le Relazioni Internazionali, infine, sottopone a controllo e valutazione le attività di collaborazione scientifica bilaterale finanziate dall’Ateneo.

Per quanto riguarda l’organizzazione amministrativa, spetta all’Area studenti curare l’ammissione all’Università di tutti gli studenti stranieri e di quelli di scambio nell’ambito del programma Erasmus, oltre che curare gli accordi per le co-tutele e l’ammissione di cittadini stranieri al dottorato. L’area Relazioni Internazionali, invece, che io qui rappresento, si pone l’obiettivo di diffondere le opportunità offerte a livello nazionale, internazionale e comunitario per la mobilità di giovani, ricercatori e docenti, soprattutto nell’ambito della ricerca, ma anche nelle progettazioni di didattica internazionale.

I finanziamenti di Ateneo per la mobilità internazionale non sono particolarmente elevati e solo recentemente è stato approvata una piccola linea di bilancio che consentirà borse di breve durata a studenti italiani per mobilità in università non europee, nell’ambito di accordi bilaterali e di borse in ingresso per studenti provenienti da Paesi terzi, nell’ambito di accordi bilaterali già sottoscritti.